Conferenza " Narrazioni salvifiche vecchie e nuove: come e perché continuare a leggere" tenuta dal Prof. Antonio Faeti, sintesi a cura di Alda Ferraresi (Scuola media “Alighieri-Fermi” – Rimini) e Anna Maria Valli (Liceo Scient. “Einstein” – Rimini)

L'intervento di Faeti, sotto forma di trattazione per punti, come lui stesso dichiara in apertura, si rivela invece una amabilissima chiacchierata durante la quale, accanto ad aneddoti di carattere personale sulla vita, la famiglia, le esperienze professionali e didattiche, gli amici, le letture e quant'altro, egli fornisce tanti e importantissimi consigli a chi - insegnanti, bibliotecari, genitori - ha la responsabilità di educare alla lettura i ragazzi oggi, in una società in cui il medium libro può apparire superato da altri strumenti più efficaci e la lettura una esperienza  quasi desueta.

Faeti è del tutto consapevole dell'importanza anche strumentale dei nuovi media, invita a prenderli in considerazione per un utilizzo pedagogico e didattico, ma sottolinea il carattere di esperienza ineliminabile della lettura, esperienza di assoluta interiorità, che pone il lettore in continuo dialogo con se stesso. La lettura è un'esperienza fondamentale sia sul piano personale sia sul piano sociale, collettivo; "una  sua possibile perdita, sostiene Faeti, cambierebbe la nostra civiltà per sempre". Si intravedono purtroppo nel mondo contemporaneo  i segnali di questo pericolo. Di fronte ai clamorosi successi di vendita dei libri dell'estate distribuiti a buon prezzo dalle testate giornalistiche, o, nel campo della letteratura infantile, di fronte al successo del fenomeno "Harry Potter", Faeti  esprime dei dubbi e assume un atteggiamento critico. Nel primo caso non riscontra una rispondenza effettiva di lettura, ma teme una probabile dequalificazione del libro a livello di oggetto da arredo; nel caso "Harry Potter" rimarca il bisogno di magia che fa da sfondo e sedimento ai libri della Rowling. Le inevitabili conseguenze della perdita della lettura sono nefaste: senza la lettura si smarrisce la  grande eredità da cui nasce la nostra identità culturale.  Faeti avverte che la lettura è uno strumento "inattuale", ma è l'unico  che permette di conoscere la propria unicità e di costruire una barriera da opporre alla globalizzazione culturale dominante.

Per quanto riguarda più specificamente il terreno della didattica della lettura, Faeti propone suggerimenti, spunti, riflessioni che vanno dalla materialità del libro, ovvero l'aspetto grafico (copertina, impaginato ecc.), che va tenuto d'occhio e selezionato, all'utilizzo didattico dei generi letterari, dei film, del fumetto.

Il compito dell'insegnante è quello di affinare le capacità ermeneutiche dei giovani; leggere significa infatti interpretare, e  in tal senso Faeti suggerisce di  non sottovalutare l'aiuto dei generi letterari. Essi esprimono la connessione tra libro e immaginario collettivo; costituiscono i "mattoni dell’edificio ermeneutico". Su questo terreno gli insegnanti devono superare il ritardo che li separa dai propri alunni, imparando a ragionare anche di horror, o dei capolavori di King, per aprire un dialogo, un momento di reciproca comprensione che può essere solo proficuo per la lettura. Tra i generi spicca per una sua generosa specificità il giallo. In una società indecifrabile e ricca di misteri, il giallo può diventare una interessante chiave di lettura, che aiuta a comprendere i fenomeni sociologici e raccorda alla società. 

Faeti insiste sull'utilizzo didattico degli altri media, in particolare  il film o il fumetto, che possono riservare risorse inaspettate. La produzione contemporanea dei libri a fumetti presenta una elevata qualità che non deve essere trascurata; inoltre in qualsiasi biblioteca è fondamentale la presenza di una nutrita fumettoteca. Importantissimo il valore propedeutico dei film e del cineforum: essi offrono la possibilità di operare confronti tra i linguaggi, cinematografico e letterario, anche quando c'è poca fedeltà al testo. ( Faeti cita "Possession" , il film tratto dal omonimo libro della scrittrice Antonia Byatt, come esempio di infedeltà "creativa"). Anche in biblioteca non bisogna trascurare gli aspetti multimediali, che arricchiscono e completano il libro. La biblioteca secondo Faeti è un luogo che comunque oltre ai libri deve offrire qualcosa di più, deve essere "vissuta, con molta dimensione didattica, molto parlato, molta lettura ad alta voce", e deve diventare il luogo degli scambi culturali di una élite. E sempre di élite parla quando cita una iniziativa da lui attuata presso una scuola media bolognese e denominata "Il tè dei lettori". L'idea era appunto quella di discorrere di libri con un piccolo gruppo di studenti, scelti tra i più accaniti lettori di ogni classe, con la finalità di diffondere tra i compagni la passione per la lettura. Si è puntato in tal modo sul fenomeno dell'onda d'urto, basato sull'imitazione, che sembra essere un elemento preponderante nelle dinamiche giovanili.

Oggi ci si orienta con estrema difficoltà nel panorama dell'editoria per ragazzi. I successi del genere "Harry Potter" giovano solo in parte alla pedagogia della lettura perché fanno fiutare l'affare alle case editrici, con conseguente immissione sul mercato di prodotti scadenti. Occorre essere molto selettivi e operare una cernita, e in certi casi affidarsi alle scelte di chi, come l'associazione Hamelin,  conosce il settore e lo studia con un occhio attento agli aspetti pedagogici.

Faeti conclude infine inducendo ad una riflessione sulla attuale concomitanza tra spettacoli e riedizioni di collane che prendono spunto da classici della letteratura dell'infanzia,  vedi Pinocchio e il Piccolo Principe, soggetti a trattazione cinematografica e musicale, e la collana della Fabbri dedicata alla riedizione delle opere di Salgari. Per quanto riguarda il film di Benigni, Faeti  mette in guardia a non utilizzarlo a fini didattici con eccessivo entusiasmo perchè  a suo avviso sarà necessariamente una lettura monodica e riduttiva di un capolavoro che necessita invece di una lettura variegata.  Nel complesso però ci invita a interpretare questo fenomeno come una sorta di rivincita della letteratura per ragazzi, considerata da sempre "minore". La letteratura per l'infanzia è diventata  oggi più che mai, fonte d'ispirazione perché ha creato le più grandi figure paradigmatiche di tutti i tempi, figure  che, in un epoca come quella attuale di grande confusione etica, possono ancora rappresentare validi punti di riferimento.